I dieci consigli di Gregory David Roberts per affrontare l'isolamento


"Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenra un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita".
L'incipit di Shantaram, il romanzo dello scrittore australiano Gregory David Roberts è uno dei più poetici che io ricordi di aver mai letto. Tocca corde profonde. Tutto il romanzo, basato sulle  reali vicende biografiche dell'autore, è una storia di redenzione, seconde possibilità, crescita interiore e profonda spiritualità. Le vicissitudini personali che hanno portato Roberts alla stesura del romanzo e le rocambolesche avventure del manoscritto, potete trovarle qui. Quello che mi premeva raccontarvi, è che sei anni fa Roberts ha mollato notorietà, profili social, interviste varie, congedandosi con un breve messaggio di commiato sulla propria pagina Facebbok. La sostanza era: tutto questa gran confusione è in contrasto con l'equilibrio e la ricerca spirituale che sto portando avanti, perciò per adesso vi saluto.
Ironia della sorte, Roberts è tornato sui social proprio in questi giorni, nel periodo del lockdown e ha parlato attraverso la sua pagina Facebook e con un lungo post sul suo sito web
Mi ha molto emozionato sapere che Roberts aveva deciso di tornare a far sapere di sé e sono stata presa dalla frenesia quando ho scoperto che sta per uscire un suo nuovo libro in ebook. Ovviamente non era possibile che Roberts fosse tornato a far sentire la sua voce soltanto per annunciare l'uscita del suo libro. Infatti sul suo sito troviamo un bellissimo post su come affrontare la quarantena. Chi, meglio di una persona che ha passato 10 anni in una cella può conoscere le migliori strategie per superare i brutti momenti?
Eccoli, dunque.
1. Siamo tutti più forti di quanto immaginiamo.
Traducendo, Roberts dice che siamo noi a porci dei limiti, alcuni giusti altri, appunto, limitanti. Tutti i detenuti di lungo corso attraversano  momenti bui, ma hanno dentro loro stessi le risorse per sopravvivere e venire fuori da quei momenti. Tutto dipende dalla Fede in loro stessi e anche in qualcosa di più grande e superiore: una divinità, per esempio; la famiglia o qualcuno che amiamo,  se non si è credenti. Questa forza c'è, esiste in ognuno di noi. Basta credere in se stessi.
2.Uno scopo dà significato all'esistenza
Pensare a quello che faremo una volta terminato l'isolamento non serve a molto, perchè è qualcosa collocato nel futuro e non nel presente. Quello che dobbiamo fare è trovare qualcosa di significativo nel momento che stiamo vivendo."Uno scopo dà significato all'esistenza - dice Roberts - e i prigionieri sanno che devono costantemente ricentrarsi su un nuovo proposito, aiutando gli altri magari, in modo da accelerare lo scorrere del tempo".
3.Autodisciplina
Significa non lasciarsi andare. Continuare a lavarsi, vestirsi, fare le pulizie, mangiare in maniera morigerata. La pulizia interiore ed esteriore, quando ci si trova in prigione, serve a mantenersi in buona salute, ma anche per dimostrare che la peggiore delle esperienze non riesce a consumarti e spezzarti dentro.
4.Fare attività fisica
I detenuti lo sanno: fare attività fisica serve anche per preservare l'equilibrio mentale. Come si fa a mantenere alta la motivazione con il passare dei giorni (anni, nel caso dei detenuti)? Beh, alzando via via l'asticella. Roberts, per esempio, ha imparato prima a fare le flessioni, poi è passato a farle sulla punta delle dita...
5.Parla di come ti senti
La lontananza dalle persone che amiamo e la convivenza con coloro cui ci troviamo insieme: la prigionia fa emergere questi due aspetti. È importantissimo parlare con le persone al di fuori e con quelle che condividono la reclusione, dei propri sentimenti e sensazioni. È vitale, durante il periodo di lockdown.
6.Arte e natura
Il contatto con la natura e gli animali è sempre benefico; ma laddove è impossibile stare in mezzo alle bellezze naturali, è  la l'arte a sostituirsi ad esse. Cantare, suonare, scrivere poesie dipingere: l'arte ha un potere terapeutico.
7.Conosci te stesso, regola te stesso, sii te stesso.
Conosci la tua forza, i tuoi limiti; regolati, applicando l'autodisciplina; sii te stesso: rimani fedele ai tuoi principi e torna ad ascoltarli di nuovo, se ti rendi conto che la situazione di reclusione ti sta modificando troppo (come spesso accade nelle reclusioni).
8.Controllo della realtà spirituale
Tutto quello che nella vita accade di bello e di brutto, è una prova di Fede. Fede in una divinità, se si è credenti, fede in se stessi, negli altri casi. Tutto quello che attraversiamo contribuisce ad elevarci. Si tratta di una prova. La fede deve essere più forte della prova che si sta attraversando, in modo da rimanere saldi. La devozione alimenta la fiammella della gratitudine.
9.Disordine da stress post traumatico
Tornare alla vita di tutti i giorni può non essere facile. Rimaniamo tutti traumatizzati dagli episodi destabilizzanti che viviamo, dunque è importante far sapere alle persone che amiamo che stiamo attraversando un momento difficile, causato dalla reclusione e dall'incertezza del momento. Sono in molti a portare lo stesso fardello che pian piano si imparerà a lasciar andare.
10.Mai arrendersi
Gli esseri umani hanno la meravigliosa capacità di sopportare e sopravvivere; se rimaniamo tutti insieme e compatti, niente può abbatterci. La generazione passata ci ha insegnato a non arrenderci mai e noi insegneremo a quella futura a fare altrettanto.

Potete trovare il testo integrale sul sito di Gregory David Roberts

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