Possiamo salvare il mondo prima di cena


Leggere Jonathan Safran Foer fa sempre un po' male. Mi era successo già sette anni fa, con il suo Se niente importa: perchè mangiamo animali. Io, onnivora convinta, mi sono ritrovata a disagio davanti alla mia fetta di petto di pollo, pensando a tutto quello che avevo letto nel saggio di questo scrittore americano che riesce a romanzare anche la materia meno narrativa che possa esistere. Esattamente come fa in questo suo nuovo saggio sul clima. Perché Foer è proprio così: di qualsiasi cosa scriva, riesce a catturarti sin dalla prima riga. Anche questo è un dono.
Prende le cose da lontano, in apparenza partendo da esempi e situazioni molto distanti dal tema di fondo dell'opera. Ma più prosegue nel discorso, più capisci che ti sta portando proprio là dove voleva lui. Cosa c'entrano per esempio, l'Olocausto, l'uragano Sandy e il tetto della casa dove abita lo scrittore? In apparenza niente, è ovvio. Ma lui riesce a creare quel minimo comun denominatore che ti fa dire: certo, perchè non ci ho pensato prima? In questo caso, ad esempio, la base comune è l'incredulità. Esattamente come molti non credevano che i nazisti stessero davvero facendo quello che invece stavano facendo, e come un uragano come quello che colpì gli Stati Uniti anni fa, non fu un semplice evento climatico avverso come molti insistevano a dire, oppure come il tetto della casa di Foer, che, dice lo scrittore:
Non mi viene in mente di controllarlo perchè non lo vedo: non vedo in che condizioni è letteralmente, e a differenza di una macchia d'acqua sul soffitto, che è esteticamente sgradevole, un tetto decrepito non è un obbrobrio o una fonte di imbarazzo. Se anche riuscissi ad esaminarlo, non essendo un esperto probabilmente non saprei dire se ha bisogno di riparazioni a meno che non sia completamente da rifare. E di fronte alla prospettiva di dover rifare il tetto, preferisco evitare di scoprire che c'è bisogno di ripararlo.
Ecco, la stessa cosa vale anche per il nostro pianeta.  Davanti alla prospettiva di dover concretamente fare qualcosa, preferiamo non sapere neanche come sta il tetto che ci ripara. Preferiamo invocare i grandi poteri e dare la colpa ai potenti della Terra che, sì, hanno ovviamente delle responsabilità, ma non minori delle nostre. Le nostre scelte, in massa, possono fare la differenza. Anche perchè, questa è la tesi ben documentata dallo scrittore, la maggior parte delle emissioni di CO2 sono prodotte non dalle industrie o dai gas di scarico delle nostre auto, ma, incredibile a dirsi, dagli allevamenti intensivi di animali. Decidere di consumare carne una, massimo due, volte la settimana e sceglierla non proveniente da allevamenti intensivi, può fare la differenza. Se tutti lo facciamo, può farla veramente. Senza integralismi, senza falsi moralismi, capire che il nostro stile di vita da junk food occidentale è insostenibile per il pianeta potrebbe salvarlo. Se improvvisamente tutti gli abitanti della terra decidessero di voler iniziare a mangiare come noi, il pianeta andrebbe al collasso prima delle già funeste previsioni che vedono il 2020 il primo punto di non ritorno e il 2050 l'anno del baratro. Oltre a guadagnarci il pianeta, tra l'altro, ci guadagneremmo anche noi stessi in salute, e questo ovviamente lo sappiamo tutti perchè i dottori lo ripetono da anni. Inoltre si abbasserebbe anche l'altro grande rischio che si sta profilando negli ultimi anni: il problema dell'antibiotico resistenza. L'utilizzo massivo degli antibiotici negli allevamenti di animali e di conseguenza sulle nostre tavole, infatti, sta creando batteri resistenti agli antibiotici e per cui non esistono cure. 
Leggere, documentarsi da fonti sicure, capire e decidere di cambiare. Questi sono i passi necessari per uscire da questa situazione.
Non possiamo mantenere il tipo di alimentazione cui siamo abituati e al tempo stesso mantenere il pianeta cui siamo abituati. Dobbiamo rinunciare ad alcune abitudini alimentari, oppure rinunciare al pianeta. La scelta è questa, netta e drammatica. Dov'eri quando hai preso la tua decisione?

Commenti